Scritto con la supervisione della dottoressa Marina Feranda, medico veterinario; questo vuol essere un articolo per informare maggiormente i proprietari sulle maggiori patologie del cane, perchè educare il cane significa anche conoscere le patologie inerenti il suo mondo. Per maggiori informazioni non esitate a rivolgervi al vostro veterinario di fiducia.

VACCINI

Il principio su cui si basa la vaccinazione è la stimolazione delle difese dell’organismo verso alcune malattie specifiche.
La difesa immunitaria è sostenuta da numerose cellule e molecole, come ad esempio gli anticorpi.
I cuccioli sono protetti contro molte malattie infettive grazie agli anticorpi contenuti in quella parte di latte materno che ricevono nelle prime ore di vita, il colostro; ma questa protezione dura meno di tre mesi. Per questo, i programmi vaccinali iniziano attorno ai due mesi d’età con la prima vaccinazione e sono completi dal terzo mese, quando gli anticorpi materni diminuiscono.
Molte persone credono che vaccinando il cane da cucciolo, l’immunità ricevuta lo possa proteggere per tutta la vita, ma purtroppo non è così.
Per mantenere la protezione sono necessari i richiami vaccinali.
Il richiamo stimola le difese immunitarie affinché la protezione sia attiva per un ulteriore periodo. In assenza di questi regolari richiami, il sistema immunitario del cane può non essere in grado di proteggerlo da malattie gravi, spesso fatali.
Le principali malattie infettive contro cui si vaccina il cane sono: parvovirosi, cimurro, epatite infettiva, leptospirosi e bronchite infettiva.
Sono tutte altamente contagiose e possono essere difficili da curare.
La vaccinazione antirabbica è obbligatoria solo in alcune condizione particolari, ma può essere ugualmente consigliata dal veterinario.
Di seguito vengono descritte queste temibili malattie.

 

La parvovirosi canina, o gastroenterite virale è una malattia infettiva contagiosa comparsa nel 1978, quando provocò la morte di un gran numero di cani in tutto il mondo. La parvovirosi si manifesta in maniera grave nei cuccioli, ma alcuni ceppi di virus, particolarmente aggressivi, possono provocare la morte anche negli animali adulti; i soggetti più recettivi sono i cuccioli di 6-12 mesi.
Il contagio avviene per contatto con animali ammalati o con feci infette. Data l’elevata resistenza del virus nell’ambiente esterno (anche molte settimane), è importante evitare luoghi a rischio prima che il cane abbia completato le vaccinazioni.
Anche il gatto può essere responsabile della diffusione della malattia. Il gatto infatti può infettarsi con il virus della parvovirosi canina non ammalarsi, ma eliminare il virus con le feci e contribuire a diffondere il contagio.
Sintomatologia. L’incubazione è di pochi giorni (3-4), l’insorgenza è improvvisa, l’evoluzione rapidissima. Il primo sintomo è la febbre (>40°C) a cui si accompagnano inappetenza, diarrea prima grigio-giallastra poi emorragica e violenta, vomito scuro per la presenza di sangue , forti dolori addominali; il cane si lamenta e guaisce.
Negli adulti la febbre può non essere presente e i sintomi possono essere attenuati. La diarrea e il vomito provocano talvolta uno stato di disidratazione così grave e in modo cosi rapido da portare a morte l’animale colpito nell’arco di poche ore. Alla comparsa di questi sintomi è necessario rivolgersi con la massima urgenza al veterinario in quanto da un tempestivo intervento può dipendere la salvezza del cane.

Il cimurro è una malattia virale altamente contagiosa e diffusa in tutto il mondo. E’ causata da un virus simile a quello del morbillo umano e, come il morbillo, colpisce in prevalenza gli animali giovani nei quali si riscontrano i sintomi più gravi. Nei cani adulti e anziani, soprattutto se vissuti in isolamento, mai vaccinata o non vaccinati regolarmente, possono manifestarsi delle forme atipiche che colpiscono in prevalenza il sistema nervoso.
Nonostante i cani domestici siano al giorno d’oggi in gran parte vaccinati, la malattia rappresenta ancora un grave pericolo soprattutto per i cuccioli nati da madri non vaccinate e sottoposti a forti stress (lunghi viaggi, svezzamento troppo precoce). il virus colpisce oltre che il cane, anche altre specie selvatiche, come il lupo, la volpe, il tasso, la donnola e il furetto, che contribuiscono alla sopravvivenza del virus in natura e alla diffusione della malattia.
Il contagio avviene solitamente attraverso le vie respiratorie e la mucosa congiuntivale; è importante quindi che i cuccioli non vaccinati non entrino in contatto con cani di cui non conosciamo lo stato di salute: il comune gesto di annusarsi reciprocamente potrebbe trasmettere il virus del cimurro.
Sintomatologia. Il cane colpito dal cimurro presenta un’incubazione piuttosto breve e i primi sintomi compaiono dopo solo 3-7 giorni dal contagio. Il cane si presenta abbattuto, inappetente, compare la febbre (temperatura superiore a 40,5°C) e uno scolo nasale e oculare acquoso. A volte dopo 48 ore dall’insorgenza della malattia, il cane presenta un lieve miglioramento l’appetito ricompare e la febbre rientra nella normalità. Dopo qualche giorno però, il quadro clinico peggiora nuovamente e, oltre alla febbre, possono comparire una serie di sintomi che coinvolgono tutti gli apparati: vomito, diarrea acquosa con presenza di muco o sangue, difficoltà respiratoria, tosse, scolo nasale ed oculare anche con pus, ulcere corneali. Questa sintomatologia complessa e dovuta al danno diretto del virus sugli organi, complicato poi dalle infezioni batteriche secondarie.
In alcuni soggetti possono comparire delle pustole sull'addome e sulla fascia interna della coscia. Piuttosto frequenti sono invece i sintomi nervosi: dolori e tremori muscolari, incoordinazione dei movimenti, convulsioni. Durante la malattia bisogna evitare il contatto con altri cani.

 


L'epatite infettiva colpisce oltre ai cani anche le volpi, il lupo, il tasso, l’orso, ed altri animali selvatici. L’infezione e molto diffusa e non è raro che i cani adulti possano contrarre la malattia senza manifestare alcuna sintomatologia e che passi quindi del tutto inosservata al proprietario. Sono i cuccioli ad essere i soggetti più a rischio. Il contagio avviene attraverso materiale infetto (urine, feci, saliva), o indirettamente per mezzo di vestiti contaminati. Il virus penetra nelle tonsille, dove si moltiplica, per poi diffondersi ad altri linfonodi, al fegato, ai reni e talvolta nei tessuti oculari.                                          Sintomatologia. Dopo meno di una settimana di incubazione insorgono i primi sintomi che sono caratterizzati da febbre(>40°C) e ingrossamento delle tonsille. Il cane è notevolmente abbattuto, non mangia, ha difficoltà a deglutire, alcuni linfonodi possono essere ingrossati (sottomascellari e prescapolari). Nelle ore successive compaiono il vomito e forti dolori colici con diarrea. A volte la mucosa della bocca presenta una colorazione giallastra (ittero) e l’urina può assumere una colorazione scura per la presenza di bilirubina (pigmento che deriva dalla trasformazione dell’emoglobina del sangue). Uno dei sintomi caratteristici, ma non sempre presente, è la comparsa, dopo 7-10 giorni dall’inizio della fase acuta, di un’infiammazione dei tessuti oculari, caratterizzata da una modificazione dell’aspetto dell’occhio che diventa opaco e azzurrognolo. in genere viene interessato un solo occhio, ma a volte la lesione è bilaterale. Possono comparire anche piccole emorragie sulla cute e sulle mucose. Nelle forme acute della malattia (cuccioli e giovani non vaccinati) la morte sopraggiunge nel giro di 12-24 ore. Nelle forme più lievi a decorso cronico si ha la guarigione con possibilità di postumi soprattutto oculari (glaucoma), epatici (cirrosi) e renali (insufficienza). Le forme lievi e benigne (animali adulti già parzialmente coperti da anticorpi) decorrono spesso in maniera asintomatica o sono caratterizzate da febbre e tonsillite.

 

La leptospirosi è una malattia contagiosa che colpisce, oltre al cane, molte specie animali, uomo compreso. Il contagio avviene per contatto delle mucose con urina e feci infette o con acqua contaminata dalle stesse deiezioni.
Sintomatologia. L’incubazione della malattia è in genere di 5-6 giorni. Dopo il contagio la leptospira si moltiplica nel sangue e si diffonde nell’organismo provocando gravi danni agli organi interni. Durante questa fase compare la febbre (40-41 C°), il cane è abbattuto, a volte vomita, la congiuntiva e congesta. Dopo qualche giorno iniziano a comparire i sintomi dovuti al danno diretto al fegato, al rene e all’intestino. Si fa evidente l’ittero e le mucose assumono una colorazione giallo-arancio. Il processo infiammatorio colpisce anche altri organi: cuore, occhio, cervello. La temperatura scende sotto la norma, le feci sono emorragiche e il vomito più frequente, l’urinazione e difficoltosa e l’urina e scarsa e di colore rossastro. La morte può sopraggiungere in pochi giorni per insufficienza renale acuta. Dall’insorgenza della malattia i cani possono continuare ad eliminare la leptospira con le urine per almeno 15-20 giorni, diventando un grave pericolo per gli altri cani e per l’uomo.

Oltre a vaccinare il nostro amico tempestivamente, bisogna fare attenzione anche ad alcune malformazioni come la displasia dell’anca e del gomito. Segue una breve descrizione.
DISPLASIA DELL’ANCA
La displasia dell’anca è una anomalia dell’articolazione che porta a conseguenze più o meno gravi sulla deambulazione dell’animale colpito fino a provocare , nei casi più gravi, la totale immobilità. l’articolazione dell’anca, nel cane, ha l’importante funzione di sostenere tutto il peso della parte posteriore del corpo, di permettere l’espressione della potenza durante la corsa, di consentire la spinta verso l’alto nel salto. Anche il semplice movimento di alzarsi dipende dalla corretta funzionalità dell’articolazione. Non esiste un’unica causa che determina la displasia, si tratta di una patologia provocata da più cause che interagiscono tra loro: genetica fattori ambientali (scorretta alimentazione, rapido accrescimento, esercizio eccessivo).
Le razze in cui è riconosciuta trasmissibilità genetica della displasia dell’anca sono numerosissime; tra le più conosciute ricordiamo: il pastore tedesco, il boxer, il labrador retriver, il setter, il golden retriver, il bovaro del bernese, il terranova, il rottweiler e molte razze nordiche; anche i meticci possono essere soggetti a displasia. In genere comunque sono maggiormente a rischio i cani di taglia media e grande, a rapido accrescimento.
Sintomatologia. Spesso le forme più leggere passano del tutto inosservate anche per molti anni e, solo in età adulta o addirittura nel cane ormai anziano, esitano in forme artrosi che caratterizzate da lieve zoppia. Il cane colpito da displasia grave, invece, può manifestare, anche a pochi mesi di età, gravi difficoltà nei movimenti fino ad arrivare alla completa immobilità. I sintomi più frequenti, legati al processo infiammatorio, sono il dolore, la zoppia e l’asimmetria del passo durante l’andatura. Il cane fatica ad alzarsi e rifiuta di salire le scale. Nel tentativo di scaricare il peso dell’articolazione dolorante l’andatura diventa incerta e anomala, dondolante. La corsa assume un andamento caratteristico a coniglio. Le masse muscolari della coscia si riducono di volume e vanno incontro ad atrofia. La manipolazione dell’anca può provocare dolore. La gravità dei sintomi e la progressione della patologia sono legati al grado di estensione dell’artrite e dell’artrosi nell’articolazione interessata.
La prevenzione poggia essenzialmente su controllo dei fattori causali: genetica, alimentazione, esercizio fisico. I cani possono essere sottoposti a controllo radiografico dopo i 12 mesi di età (per alcune razze i l controllo viene effettuato dopo i 18 mesi).
In base alle lesioni riscontrate radio graficamente la displasia viene classificata in grado: 0 (A-normale), 1 (B-quasi normale), 2 (C-lieve displasia), 3 (D-media displasia), 4 (E-grave displasia).
Errori nella gestione del cucciolo, soprattutto gli errori alimentari, favoriscono l’insorgenza della displasia. Durante il periodo cruciale dell’accrescimento un’alimentazione iperenergetica, associata ad eccessiva attività fisica, determina l’aumento dell’incidenza della displasia. Una corretta alimentazione assume quindi una grande importanza, soprattutto nei primi 6-9 mesi di vita del cane. Deve essere assolutamente evitata l’ipernutrizione, che provoca un’accelerazione del processo di accrescimento già di per se spinto nei cani di taglia medio grande. Il peso eccessivo, che grava su una struttura scheletrica ancora debole e non completamente formata, provoca con maggiore facilità lesioni a carico dell’articolazione dell’anca soprattutto se già displasica. In generale, per le razze che hanno un peso adulto fino a 30 kg possiamo considerare nella norma un cucciolo che a quattro mesi a raggiunto la metà del suo peso definitivo. I cuccioli di razze più pesanti raggiungono la metà del peso definitivo circa un mese più tardi. E’ importante quindi che il cucciolo venga regolarmente pesato e che il suo peso sia confrontato con le curve di accrescimento specifiche per la razza. Tra gli errori nutrizionali più frequenti, oltre all’acceso di energia, ricordiamo l’eccesso di calcio. Purtroppo e ancora radicata la convinzione che durante l’accrescimento sia indispensabile aggiungere un’integrazione di calcio anche quando viene utilizzato un mangime completo. L’eccesso di calcio nella dieta provoca infatti modificazioni ormonali che inducono ritardo nella maturazione della cartilagine e dell’osso oltre che rimodellamento delle superfici articolari e disturbi nei processi di ossificazione, provocando o aggravando una displasia latente. I mangimi completi per cuccioli contengono la giusta quantità e il giusto rapporto tra i vari elementi minerali, non richiedono pertanto alcuna integrazione. 
Tra i fattori che causano la displasia ricordiamo anche l’esercizio eccessivo. E’ sempre bene evitare le scale, i salti e le lunghe corse.

DISPLASIA DEL GOMITO
La displasia del gomito è una patologia ereditaria e colpisce soprattutto i cani di taglia media e grande. Una elevata incidenza è stata osservata nel bovaro del bernese, nel pastore tedesco, nel rottweiler, nel golden e nel labrador retriever, nel terranova, nel san bernardo e in numerosi terrier. Colpisce generalmente entrambi i gomiti. 
L’articolazione del gomito è costituita da tre ossa (radio, ulna e omero) che devono crescere insieme e combaciare correttamente. Il gomito displasico presenta invece le superfici articolari non perfettamente congruenti. Da ciò derivano varie conseguenze, come il distacco di frammenti ossei a carico dell’ulna, il distacco di frammenti cartilaginei, processi artritici o artrosici.
Sintomatologia. I primi sintomi compaiono in genere intorno ai 4-8 mesi di età ma se la patologia è lieve possono presentarsi anche più tardi. Nelle fasi iniziali il sintomo principale è una lieve zoppia accompagnata dalla rotazione del piede verso l’esterno. Alcuni cani preferiscono stare seduti o sdraiati la maggior parte del tempo giocano poco e sono poco attivi; insomma vengono descritti come cani calmi o pigri. Spesso hanno una certa rigidità quando si alzano e si stancano con facilità. L’esercizio peggiora la zoppia. Alla palpazione è presente dolore e nei casi più gravi gonfiore e talvolta crepitio dell’articolazione. Con il tempo anche i muscoli della spalla e del braccio vanno incontro ad una lieve diminuzione di volume a causa dell’uso ridotto. 
Prevenzione. E’ bene effettuare l’esame radiologico intorno ai 12 mesi di età abbinandolo magari al controllo per la displasia dell’anca. In base alla loro gravità le displasie del gomito vengono classificate in grado: 0 (normale), 1 (artrosi limitata), 2 (artrosi media), 3 (artrosi grave). E’ importante provvedere ad un corretto accrescimento del cucciolo facendo attenzione soprattutto alla alimentazione e all’esercizio. Le raccomandazioni a questo riguardo sono le stesse della displasia dell’anca.

Ricordiamoci anche di non sottovalutare le patologie che sono la maggior causa di morte del cane e che con un po’ di attenzione possono essere evitate, come: il colpo di calore, la torsione dello stomaco, la Filariosi cardiopolmonare, l'Ehrlicchiosi e la Leishmaniosi. Segue descrizione:

COLPO DI CALORE
Il colpo di calore è una grave ipertermia corporea che può rapidamente terminare con edema cerebrale e morte dell’animale. Poiché il cane non possiede ghiandole sudoripare sulla superficie corporea, per dissipare calore, mette in atto un meccanismo di refrigerazione particolare: l’ansimare.
Questo meccanismo è molto efficiente e comporta un flusso di aria unidirezionale che attraverso la bocca e la superficie della lingua, rende altissima l’evaporazione e la perdita di calore.
Quando però la temperatura e l’umidità ambientale sono molto elevate come può accadere in una macchina chiusa, il meccanismo entra in crisi e la temperatura corporea dell’animale aumenta fino a provocare gravi scompensi metabolici e la morte per edema cerebrale e shock terminale.
Sintomatologia. I sintomi del colpo di calore variano in relazione alla durata dell’esposizione all’ambiente surriscaldato e alla capacità di resistenza dell’animale. I soggetti a pelo raso, scuri e brachicefali, hanno una resistenza inferiore alle elevate temperature e all’umidità eccessiva. Quando il proprietario fa ritorno alla vettura, può trovare il cane che ansima violentemente in preda all’agitazione. Le mucose sono rosso scuro, quasi cianotiche, e la frequenza cardiaca è molto elevata. Se la permanenza in macchina si è prolungata, il cane potrà essere trovato in uno stato si semi-incoscienza o in preda a convulsioni; la vettura può essere imbrattata da vomito e feci per la perdita del controllo degli sfinteri. La temperatura corporea può raggiungere i 41°/44°C. La prognosi dipende dalla rapidità dell’intervento e dallo stadio della malattia.
Primo soccorso. L’intervento deve essere immediato. Bisogna subito provvedere ad abbassare la temperatura corporea. Il cane deve essere tolto dalla macchina e deve essere messo all’ombra. E’ importante procurarsi acqua fresca ed abbondante. Meglio sarebbe poter immergere l’animale direttamente nell’acqua e controllare la temperatura corporea ogni dieci minuti sospendendo il trattamento quando la temperatura è scesa intorno ai 39,5° C. In mancanza di una vasca o di una fontana, il cane può essere bagnato completamente utilizzando secchi o bottiglie di acqua fresca. Il cane deve comunque essere trasportato con urgenza dal veterinario più vicino.
Prevenzione. Quando si lascia il cane in macchina è importante che sia presente una sufficiente areazione (i finestrini devono essere lasciati aperti almeno per metà), e che la vettura sia parcheggiata in una zona ombrosa e fresca, tenendo conto anche dello spostamento del sole nel corso del tempo. Talvolta bastano anche 15-20 minuti sotto il sole cocente per provocare il colpo di calore.

DILATAZIONE/TORSIONE DI STOMACO
E’ una sindrome acuta caratterizzata da un esagerato accumulo di gas all’interno dello stomaco, provocato dalla torsione dello stomaco sul proprio asse. Sono maggiormente predisposti a questa malattia i cani di taglia grande e gigante (alani, pastori tedeschi, boxer, etc….), i soggetti in età adulta e voraci. Predispongono alla torsione di stomaco anche i pasti abbondanti somministrati una volta al giorno, lo strapazzo e l’eccitazione dopo mangiato, le bevute abbondanti. Probabilmente la torsione è agevolata da un certo grado di lassità congenita o acquisita del legamento gastroepatico.
Sintomatologia. A causa della torsione dello stomaco il cardias e il piloro si chiudono e i gas, che derivano dalla fermentazione dell’alimento, si accumulano all’interno della cavità gastrica. La conseguenza di ciò è un notevole e progressivo rigonfiamento dell’addome, soprattutto nella sua parte anteriore. Il cane manifesta agitazione, ansima e presenta conati di vomito che non sono seguiti da espulsione di materiale alimentare. Con il passare del tempo la sintomatologia si aggrava, la difficoltà respiratoria si accentua, il polso diventa debole. La percussione dell’addome dà un suono simile a quello di un tamburo. La morte può sopraggiungere in un paio d’ore dopo un’estrema agonia, bisogna quindi portare il cane dal veterinario il prima possibile.

FILARIOSI CARDIACA
E’ una parassitosi grave, trasmessa al cane per mezzo di un tipo si zanzara che inocula nel sangue la forma larvale del verme chiamato dirofilaria. La dirofilaria è un verme cilindrico e biancastro molto simile agli ascaridi intestinale; gli adulti raggiungono i 18-30 cm e si localizzano nell’arteria polmonare e nel cuore, dove vivono e si riproducono.
Sintomatologia. L’incubazione e piuttosto lunga in quanto le micro filarie impiegano circa 4-6 mesi prima di diventare adulte e raggiungere il cuore. I sintomi compaiono solo dopo molti mesi dall’infestione, soprattutto quando si sono instaurati i danni cardiaci ostruttivi. L’unico sintomo che può insospettire il proprietario è il facile affaticamento, l’appetito capriccioso e il lento dimagrimento.
A volte possono comparire sintomi nervosi improvvisi: convulsioni, paresi agli arti posteriori, in coordinazione dei movimenti, successivamente compaiono i sintomi della sofferenza cardiaca, dispnea, tosse e talvolta perdita di coscienza. Nel tempo la sintomatologia si aggrava per la concomitante comparsa di insufficienza renale ed epatica.
Profilassi. A causa della gravità di questa malattia è necessario che i cani che vivono in zone endemica e ricche di zanzare siano sottoposti ad una terapia preventiva nei mesi di attività delle zanzare da aprile a novembre. A questo scopo sono in commercio molti prodotti ad azione microfilaricida che il veterinario saprà consigliarvi.

EHRLICCHIOSI
E’ una patologia causata da un microrganismo (Ehrlicchia Canis) trasmesso attraverso il morso di una zecca. La zecca che si stacca da un cane malato può rimanere infetta per oltre 5 mesi.
Una volta giunta nel circolo sanguigno del cane l’ehrlichia penetra all’interno dei globuli bianchi e in particolare nei monociti e nei linfociti, provocando una grave diminuzione di tutte le cellule del sangue e soprattutto delle piastrine.
Sintomatologia. I primi sintomi compaiono dopo 10-20 giorni di incubazione con febbre, abbattimento e anoressia. Nei giorni successivi iniziano a manifestarsi piccole emorragie sulla cute e sulle mucose e talvolta scolo nasale e lacrimazione;è frequente la fuoriuscita del sangue dal naso. A volte soprattutto nelle fasi iniziali della malattia i sintomi passano inosservati perché modesti e la malattia evolve in forma subclinica e cronica. Con la cronicizzazione il cane dimagrisce progressivamente, il fegato e i reni vengono danneggiati e compaiono edemi agli arti e allo scroto. Le feci sono scure e l’urina è rossastra per la presenza di sangue. Si manifesta una grave anemia, il quadro sintomatologico può aggravarsi ulteriormente per la comparsa di artrite con dolori e zoppia, perdita di equilibrio, difficoltà respiratoria e insufficienza renale. La mortalità è elevata e può interessare il 30% dei cani colpiti.
Profilassi. E’ importante la lotta mediante antiparassitari esterni soprattutto nei mesi estivi.

LEISHMANIOSI
E’ una grave parassitosi ad evoluzione cronica causata da un protozoo, la leishmania infatum.
La trasmissione avviene per mezzo del flebotomo, un piccolo insetto ematofago che vola e si nutre soprattutto nelle ore notturne e che, in Italia, non vive al di sopra dei 700-800 m di altitudine. L’insetto si infesta pungendo un animale malato e, dopo qualche giorno, i flebotomi infetti sono in grado di trasmettere la leishmania ad altri animali attraverso il morso.
Una volta penetrato nel circolo ematico il parassita invade il midollo osseo, la milza, i linfonodi dove si moltiplica.
Sintomatologia. Il tempo di incubazione è in genere molto variabile e può andare da un mese ad oltre un anno. La forma classica cutanea si manifesta con dimagrimento e rarefazione del pelo che colpisce soprattutto la testa. Le zone depilate si localizzano sul padiglione auricolare, intorno agli occhi e sul dorso del naso. Possono essere colpite anche le prominenze ossee (gomito, garretto e natiche) dove si evidenziano anche ulcerazioni sanguinanti. Con il tempo la perdita del pelo può generalizzarsi e la pelle diventa secca, scura e ispessita con presenza di forfora. I linfonodi sono quasi sempre aumentati di numero. Il tartufo può essere secco e possono comparire ulcere ed erosioni. Caratteristico è l’accrescimento anomalo delle unghie che appaiono molto arcuate, e ad artiglio. Le condizioni generali dell’animale diventano scadenti e le mucose appaiono anemiche. E’ purtroppo molto frequente un’insufficienza renale, disappetenza e diarrea.
Profilassi. Purtroppo non esiste un vaccino, l’unico intervento è quello di proteggere il cane dal morso del flebotomo attraverso prodotti che esistono in commercio.

 

Un interessante lettura può essere "Guida alle malattie del cane" Editoriale Olimpia per approfondire e conoscere meglio queste ed altre patologie del nostro amico a quattro zampe.

 

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